ebook di Fulvio Romano

sabato 21 giugno 2014

Azzurri rottamati, entusiasmo finito

LA STAMPA

Sport

L’entusiasmo è già finito

Questa Italia mette di pessimo umore

Gli azzurri rottamati dalla Costarica non fanno bene all’immagine del Paese

C he la giornata si mettesse male per gli Azzurri si capiva già dal rigore non fischiato a Chiellini seguito – inflessibile volere della Dea Nemesi- dal gol decisivo di Ruiz, 45’. L’ufficialità del disastro è venuta alle 19:20 quando «nomfup», nome twitter di Filippo Sensi, arguto portavoce del presidente del Consiglio Matteo Renzi, ammette sconsolato «Quei momenti in cui non ti senti neanche CT ma resti appeso lì a una sgomenta speranza». Se il braccio destro del premier della sesta potenza industriale al mondo, presto capo dell’Unione Europea, si sentiva così, figuratevi noi. «Appesi a una sgomenta speranza», come Sensi-Nomfup, gli azzurri, il coach Prandelli, i tifosi.

Il calcio è oggi Lingua Ufficiale del Mondo Globale, chi non lo parla è un alieno. Perfino nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo, voluto dal presidente Bush e lasciato aperto da Barack Obama, i detenuti seguono con passione il Mondiale. Per evitare che, con uno striscione o una bandiera allo stadio, i terroristi ricevano informazioni in codice dai complici, le partite vengono trasmesse con 48 ore di ritardo. Ci sono prigionieri, cittadini di Yemen, Giordania, Arabia Saudita, che tifano per gli Azzurri? Se sì, dovranno aspettare fino a domani per lamentare la lentezza di Pirlo, Cassano in campo con 35 gradi, Balotelli più isolato che in cella di rigore.

A Guantanamo il problema è l’attesa, in Congo la rete dell’energia elettrica che funziona come il centrocampo azzurro, è spenta e se riparte si ferma subito. Bene, i 77.433.744 abitanti (fonte Factbook Cia, il censimento congolese è intermittente) son davanti le televisioni giorno e notte, puntando antenne paraboliche, collegandosi alle reti locali o, via computer con rombanti gruppi elettrogeni, per seguire Messi, Suarez, Neymar, Drogba, Paletta. Lo stress imposto alla malconcia rete elettrica la manda in tilt, naturalmente quando tira Müller o Cuadrado batte un corner. Per evitare frustrazioni, il governo congolese emette un decreto ufficiale – altro che twitter - intimando alla popolazione di staccare ogni altro elettrodomestico, lampadario, insegna al neon, per salvare il Mondiale. E quando una troupe della Bbc, impegnata in un reportage sul salvataggio degli emigranti nel Mediterraneo, punta la telecamera verso un naufrago esausto si sente chiedere «Che risultati ci sono al Mondiale» da un tifoso ignoto, cui la Fifa dovrebbe dare il Premio Passione.

La metà degli esseri umani vedrà la finale di Rio, Usa compresi (audience Superbowl football 108 milioni, Mondiale 2012 3,2 miliardi). I network tv, che hanno investito capitali per comprare i diritti delle partite, guardano dunque con l’angoscia di Buffon ieri il boom degli ascolti pirata. In molti paesi (anche in Italia) pochi soldi, o un amico smanettone, taroccano il computer in modo da ingannare le fonti e permettervi di seguire gratis le partite da un paese lontano. Se il trucco non riesce, basta collegarsi con compagnie come Ghost Path VPN che eludono i controlli nazionali e permettono di vedere, gratis le partite. Truffe? Ricordate che lo stesso dribbling VPN è usato da Anchor Free per aggirare le censure web in Cina e Turchia, Libero Calcio in Libero Pensiero. Infine i ragazzi di Aereo, che catturano gli streaming delle partite e li rilanciano o i siti pirata, come Roja Directa che – magari con telecronaca in Urdu o Farsi- vi fan vedere la partita gratis e ovunque.

Se quindi alle 19 e 40 il portavoce Sensi twitta di nuovo, ora diplomatico, «Modalità finta di niente» è perché conosce la verità del pallone globale: il successo di un paese al Mondiale contribuisce davvero alla sua immagine. La Colombia fa da sfondo alla vittoria elettorale del presidente Santos, Merkel era in tribuna a Salvador, Obama e Biden applaudono gli Usa. Un’Italia viva è utile al look fresco, giovane, pimpante di Renzi, gli azzurri rottamati di ieri mettono di pessimo umore, a Guantanamo domani, in Congo ieri (se la luce ha retto) tra imprecazioni poliglotte. Adesso ci tocca vincere (o almeno pareggiare) le primarie contro l’Uruguay per esorcizzare i gufi e la maledizione della seconda partita, che non vinciamo dal 2000 (tra Mondiali ed Europei), lontana stagione quando a cinguettare erano solo canarini e usignoli.

Gianni Riotta


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