ebook di Fulvio Romano

venerdì 18 luglio 2014

I gioielli dei Longobardi, dalla necropoli al museo

LA STAMPA

Cuneo

I gioielli dei Longobardi

dalla necropoli al Museo

Cuneo, da oggi esposti 3 corredi trovati nelle tombe a S. Albano

La necropoli altomedievale di Sant’Albano Stura, nel Cuneese, ha atteso 14 secoli, coperta da appena un metro di terra, senza mai essere disturbata. Un terrazzamento naturale, a strapiombo sullo Stura di Demonte. Nella primavera 2009, con i lavori per l’autostrada Asti-Cuneo, la scoperta archeologica, eccezionale a livello europeo, unica in Italia per la quantità di reperti: una necropoli longobarda con 776 tombe scavate in lunghe file, utilizzate dal 600 d. C. all’VIII secolo. Siamo in frazione Ceriolo, su una superficie di oltre 3 mila metri quadri. Così sono iniziati i lunghi lavori di scavo e catalogazione, costati 2 milioni di euro.

Oggi, per la prima volta dopo 1400 anni, tre corredi saranno esposti al Museo civico di Cuneo, nel centro storico. L’inaugurazione alle 17,30, nella sala in memoria di Livio Mano (archeologo, direttore e figura simbolo del museo di Cuneo) con un allestimento multimediale inedito in Piemonte. I corredi sono decine: fibbie ageminate (cioè in due materiali, oro e argento) con tessuto mineralizzato (cotone e feltro), monili, lame, una collana, asce, un’ascia, un piccolo contenitore tombale. L’assessore alla Cultura di Cuneo, Alessandro Spedale: «L’allestimento multimediale è il primo del genere in Piemonte: consente un tour virtuale dello scavo, grazie a un grande touch screen che permette di vedere reperti, singole tombe, filmati dei restauri, curiosità, riprese aree dello scavo. Poi una teca multimediale che permette di studiare in tre dimensione alcuni degli oggetti esposti. C’è anche una grafica tattile per non vedenti». Nella necropoli non si sono conservate ossa, ma tanti corredi: monili femminili con fibule zoomorfe, orecchini in oro, collane in pasta di vetro. Poi le tombe di 46 guerrieri con cinture decorate, pugnali, lunghe spade. Un patrimonio.

Oggi all’inaugurazione sarà presente Egle Micheletto, responsabile della Soprintendenza per i Beni archeologici del Piemonte: «Il ritrovamento è stato eccezionale. Non ha eguali in Italia per la quantità di reperti. L’arco cronologico di sepoltura, circa un secolo, permette anche una valutazione delle diverse generazioni e delle dimensioni dell’abitato vicino». Ci sono state polemiche nei mesi scorsi, perché non si trovava un’esposizione permanente per questi reperti. E si sono fatte avanti Cuneo, Sant’Albano Stura, Fossano, anche con progetti concreti. Micheletto: «C’erano idee e proposte, ma pochi soldi. Quella di Cuneo è, in fondo, un’operazione di marketing: speriamo possa attirare interesse e anche nuove risorse». Per il Comune di Cuneo la mostra è «il primo passo per il riallestimento della sezione archeologica del museo». I tre corredi mai visti prima entreranno a fare parte della collezione del museo di Cuneo, anche grazie a un contributo della Fondazione Crc.

lorenzo boratto