ebook di Fulvio Romano

martedì 2 settembre 2014

Il rischio di fuga dei prof appena nominati. Le accuse dei torinesi ai precari del Sud

LA STAMPA

Cronaca

A rischio di fuga

una parte dei prof

appena nominati

C’è chi pensa di chiedere subito l’aspettativa

In sei licei e istituti tecnici oggi è il giorno delle immissioni in ruolo alle superiori, mentre al Provveditorato e al liceo Alfieri si va avanti ad oltranza con le supplenze annuali di materne ed elementari. Insomma, a 15 giorni dal via delle lezioni, la macchina organizzativa della scuola continua la sua corsa contro il tempo per coprire, complessivamente, cinquemila cattedre. E lo fa in un’atmosfera più incerta e più tesa che in passato.

Le «accuse»

Il motivo lo raccontano le mail dei precari scavalcati nelle graduatorie dai precari in arrivo dal Sud, i commenti colti nelle aule delle chiamate: ipotesi di prendere l’aspettativa non retribuita per un anno una volta ottenuto il posto, fruizione dei congedi parentali non ancora utilizzati, agevolazioni della legge 104 (familiari malati e disabili), gravidanze a rischio, «fuga» una volta superati i 180 giorni del periodo di prova. «Il rischio di cui tutti parlano - dice Teresa Olivieri, segretaria provinciale della Cisl Scuola - è che Torino sia trasformata in “bancomat” a cui attingere che alla fine resta vuoto». Come dire che una significativa percentuale di posti, costati un gran lavoro agli uffici dell’amministrazione scolastica per essere assegnati entro il 1° settembre e consentire ai docenti la «decorrenza giuridica ed economica» dell’assunzione, non si traduca in efficienza per la scuola torinese.

Le amiche

«Le leggi di tutela vanno rispettate, ma non deve esserci abuso. A novembre chiederò la verifica di quanti saranno in servizio. Alle medie e alle superiori, se i docenti di sostegno nominati non si presenteranno, i ragazzi saranno affidati a non specializzati», prosegue Olivieri. E siccome sospetti e polemiche non si placano, il provveditore Paola d’Alessandro ha deciso: «Procederemo al più presto a una verifica sui punteggi». Quei punteggi alti che hanno sconvolto i destini di molti. «Ma finora abbiamo conosciuto soprattutto persone con progetti di vita fondati, coraggiosi. Penso a due amiche siciliane, insegnanti alle medie, che sono arrivate a Torino con i loro bambini: hanno sperato di trovare, e ce l’hanno fatta, una scuola che avesse posto per entrambe, per potersi organizzare, abitare insieme e aiutarsi per gestire i figli», dice Teresa Olivieri. «Quante persone sono venute a chiederci dove cercar casa a prezzi accettabili... Sono tanti i giovani che hanno fatto un progetto vero».

Un anno da preside

Sabato sono state assegnate tutte le reggenze, i dirigenti scolastici del concorso sono stati tutti assunti. A rendere l’idea della necessità assoluta di dare una guida alle 40 scuole torinesi rimaste «orfane» c’è il racconto del vice direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Antonio Catania: «Uno degli idonei ha accettato, poi ci ha ripensato e ha scritto una lettera di rinuncia. Per fortuna siamo riusciti a fargli cambiare idea, almeno per un anno. Se poi non sarà contento, riavrà il suo posto da insegnante. Ci ha risolto un grande problema in una zona della provincia che non è così facile da coprire».

MARIA TERESA MARTINENGO


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