ebook di Fulvio Romano

mercoledì 15 aprile 2015

Liguria. Nessuna traccia del batterio killer. Sarà buona l'annata delle olive..?

LA STAMPA

Savona

Olivi, gli esperti in Riviera

“Nemmeno una pianta malata”

Nessuna traccia del batterio killer che ha causato l’emergenza in Puglia

Per il 2015 si prevede un buon raccolto con una diminuzione dei prezzi

Dopo l’annata nera del 2014, con un calo di produzione dal 50 all’80 per cento, la nuova stagione olivicola si apre in Liguria con due notizie positive: la più importante è che non si segnalano piante malate o morte a causa del batterio-killer Xylella, che ha fatto scattare l’emergenza nelle Puglie. L’altra indicazione positiva viene dal clima: dopo un 2014 con un inverno mite, un’estate poco calda (temperatura media di 24 gradi) e un ottobre soleggiato che avevano spalancato le porte all’azione indisturbata della mosca olearia, le cose stanno andando meglio.

«La prima fase invernale è stata piovosa e poco fredda, ma il clima di febbraio ha normalizzato la situazione. Ora il tempo è buono e asciutto, a parte qualche zona circoscritta dei fondovalle dove l’unica preoccupazione riguarda “l’occhio di pavone”, malattia favorita dall’umidità, caratterizzata da macchie circolari sulle foglie. Detto questo, anche se in olivicoltura le previsioni sono sempre difficili, ci sono le premesse per una stagione nella norma, con una buona produzione». Questo il parere di Claudio Merlini, incaricato di compilare con l’aiuto di alcuni colleghi il Bollettino dell’olivo della provincia di Savona: il prossimo documento, con i consigli agli agricoltori, sarà pubblicato giovedì.

Le notizie provenienti dalla Puglia però hanno alimentato non pochi allarmi. Partito da un focolaio nel Salento, il batterio killer si serve di insetti vettori per passare di pianta in pianta, in particolare della «sputacchina» che deriva il suo nome dalla massa schiumosa simile alla saliva in cui nasce. Nei giorni scorsi si erano rincorse voci preoccupate nelle vallate dell’Albenganese, dopo che alcuni olivicoltori avevano trovato rami o parti di alberi seccati all’improvviso. “Al momento possiamo decisamente escludere che il colpevole sia il batterio Xylella - ha osservato Roberto Cavicchini, responsabile della sede savonese del Servizio fitosanitario regionale, ex Ispettorato agrario - in agricoltura esistono decine di malattie e le cause vanno ricercate altrove. Capisco però la preoccupazione: ricordo ad esempio gli anni difficili dal 1999 al 2001 quando scattò l’allarme per la fluorescenza dorata della vite e i nostri uffici ricevevano centinaia di chiamate per ogni cambiamento che facesse pensare a un sintomo di questa grave malattia. Tornando agli ulivi, processi di ingiallimento o simili possono avere molteplici spiegazioni, a cominciare da problematiche legate alle radici. Il problema Puglia esiste ma per fortuna la propagazione non è velocissima e speriamo che venga circoscritto in tempo».

Da un paio di settimane l’innalzamento della temperatura ha accelerato lo sviluppo delle piante e la completa fioritura degli uliveti è attesa per i primi di maggio. Settimana dopo settimana gli esperti potranno fare proiezioni sempre più attendibili in vista della raccolta che scatterà a fine ottobre. Un frantoiano della Val Lerrone ricorda però un vecchio proverbio, «Le “pane” (i fiori) non sono olive, le olive non sono olio e l’olio non è soldi», che sottolinea l’imprevedibilità di ogni stagione, sempre legata ai capricci del tempo.

L’anno scorso il bilancio fu aggravato anche dalla scarsa resa. Se per fare un litro d’olio extravergine servono in media 6-7 chili di olive, in molte zone non ne bastavano dieci. Inevitabile anche l’aumento dei prezzi, esteso pure ai prodotti collegati: olive in salamoia, paté, confezioni sotto vetro e altre lavorazioni tipiche. Salva in parte solo la stagione dei produttori che avevano trattato gli uliveti nei tempi giusti, secondo le indicazioni della Regione. Metodi basati sull’uso di insetticidi chimici a base di dimetoato oppure biologici. Tra questi ultimi il «mass trapping», impiegato ad esempio dalla cooperativa di Arnasco, con trappole biologiche al feromone. La speranza, per tutti, è di ripetere l’exploit del 2013 con risultati eccellenti per qualità e quantità.

maurizio fico


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