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giovedì 14 maggio 2015

Le balene del "santuario" ligure migrano da Lampedusa

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Balene, migrazione da Lampedusa

Il satellite ha rivelato come lascino il canale di Sicilia dirette al “Santuario Pelagos”

È una scoperta scientifica senza precedenti. La migrazione da sud a nord e viceversa delle balenottere comuni nel Mediterraneo «italiano» è una certezza. Insomma, le famose balene «invernali» di Lampedusa sono le stesse che nella tarda primavera e in estate vengono in «villeggiatura» in Riviera, nelle acque tranquille e protette del Santuario Pelagos. Il mistero del Mar Ligure è stato svelato, la migrazione da Lampedusa è una realtà. A «spiare» e soprattutto tracciare i movimenti dei mammiferi marini, è stato il satellite. I segnalatori sistemati sul dorso degli animali questa volta hanno avuto successo e il computer ha rilevato e raccontato ai biologi il percorso che ha portato in pochi giorni due esemplari «marchiati» nel canale di Sicilia a raggiungere l’alto Tirreno e il Mar Ligure.

Quello che per decenni è stato un «sospetto» della comunità scientifica ha trovato un riscontro ufficiale. Il merito? Va soprattutto ai finanziamenti del Ministero dell’Ambiente, gestiti dalla Direzione Generale per la Protezione della Natura, e affidati all’Iwc, all’International Whaling Commission, il massimo organismo planetario in materia di studio dei cetacei.

La buona notizia è comparsa nei giorni scorsi sul sito Internet www.sanctuaire-pelagos.org. Della ricerca sul campo si sono occupati Greg Donovan, dell’Iwc, e Simone Panigada dell’istituto Tethys (eccellenza italiana), che da oltre 20 anni si occupa di ricerca nel Santuario Pelagos. «Gli esemplari marcati quest’anno sono rimasti attorno a Lampedusa per un paio di settimane - è il report degli esperti - muovendosi tra l’isolotto di Lampione, la secca di Levante e la costa tunisina, nutrendosi in superficie dello zooplancton che in inverno si trova in abbondanza nelle acque dello stretto di Sicilia. Il primo aprile, le due balenottere si sono separate: una si è diretta a Nord, costeggiando il lato sud-occidentale della Sicilia per poi raggiungere il Tirreno, passando ad Est della Sardegna. L’altra invece ha continuato a nutrirsi per alcuni giorni nella zona della piattaforma Tunisina, per poi dirigersi anche lei verso il mar Tirreno, portandosi rapidamente a Nord, e si trova attualmente al largo di Capo Corso, in pieno Santuario Pelagos».

La realizzazione di questo progetto riafferma la già raggiunta posizione di leadership dell’Italia quale Paese attuatore nel Mediterraneo della specifica metodica analitica, all’avanguardia nel gruppo dei 23 Paesi che hanno sottoscritto l’accordo Accobams per la tutela dei grandi cetacei nel Mediterraneo.

La scoperta scientifica è arrivata alla vigilia della ripresa delle crociere-studio di Tethys da Sanremo, da sempre base nautica dei biologi che fanno capo a Giuseppe Notarbartolo Di Sciara e che nell’area ligure lavorano coordinati da Sabina Airoldi. Il tracking satellitare potrà raccontare ancora molto sugli «ospiti» che ogni anno visitano le coste della Liguria, testimoni della qualità del mare e del successo collettivo nella tutela delle biodiversità.

giulio gavino


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