ebook di Fulvio Romano

domenica 9 agosto 2015

Il Lingotto snobba Slow Food. Il Salone del Gusto cerca casa I vertici della chiocciola «rimandati a settembre» per discutere l’edizione 2016

TORINO

Un bel Salone del Gusto «on the road» con gli odorosi e stuzzicanti stand diffusi per la città, come accade già da anni per «Cheese». Un miraggio da calura estiva? No, a 14 mesi dalla nuova edizione, si tratta di un autentico progetto che a Bra, in via Mendicità Istruita, stanno valutando. E il tutto è frutto di una trattativa rimasta al palo fra Slow Food e «Gl Events», i gestori del Lingotto Fiere, che sta facendo innervosire i vertici della chiocciola.  

Più che di nervosismo in realtà si tratta di autentica esasperazione. Sentimento che li ha spinti a valutare anche alternative lontane dal guizzante arco rosso che svetta sulla creatura di Mattè Trucco. Restando comunque ben radicati a Torino.  

 

La mancata trattativa  

Come spiegano sia il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale sia quello onorario Roberto Burdese, il 31 luglio scorso si sono presentati al Lingotto per avere un incontro con l’ad di Gl Event Regis Fauve, e discutere con lui il progetto dell’edizione 2016. Peccato che la discussione non si sia potuta nemmeno affrontare, nonostante in ballo ci fosse un affitto da 1 milione e 350 mila euro «e insomma il Salone del Gusto e Terra Madre non siano proprio gli ultimi clienti del portfolio del Lingotto» spiega amaramente Burdese. Motivo? «Gl ha rimandato il tutto alla fine di settembre alla presenza dei vertici generali del gruppo. Lasciandoci, per usare un eufemismo, in sospeso: perché quest’attesa forzata ci danneggia. Noi continuiamo in primis a preferire la location del Lingotto, ma dobbiamo per forza esplorare anche altre formule» commenta il presidente Pascale anche lui con tono piuttosto irritato. 

 

L’alternativa «en plein air»  

E siccome il tempo stringe e il «food event» va organizzato con parecchi mesi d’anticipo, ecco che Slow Food sta cercando di crearsi - com’è naturale - un «piano B». E quest’alternativa, a sentire le voci che echeggiano nelle stanze ormai semivuote degli assessorati - comprende anche il modello «Cheese», ovvero un Salone del Gusto diffuso in tutta la città con alcune zone «focus» in centro. «Non stiamo innamorandoci di nessuna svolta - spiega ancora Pascale - ma non possiamo neppure permetterci di starcene con le mani in mano. Insomma, stiamo parlando del Salone del Gusto e di Terra Madre, non sono un giocattolo che può stare ovunque e comunque non da sottovalutare». Un giocattolo che, secondo Slow Food, non è stato trattato come avrebbe meritato. «Ci hanno convocato per poi rimandare l’appuntamento a estate finita: non ci sembra il massimo della considerazione» ha detto Burdese. 

 

La risposta definitiva  

In ogni caso l’incontro risolvente si terrà a settembre: attorno al tavolo i vertici di Slow Food (non per niente Carlo Petrini raggiunto in Brasile al telefono taglia corto: «Non possiamo parlare di nessuna soluzione definitiva prima della fine del prossimo mese, prima non parliamo di nessun progetto alternativo») e quelli, internazionali, di Gl Events.  

È chiaro che da sistemare non c’è soltanto il Salone del Gusto, ma anche Terra Madre, che solitamente organizzava la sua serata inaugurale al PalaOlimpico e poi proseguiva all’Oval. Per ora nessuna delle due ha trovato casa. 

twitter@emanuelaminucci