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giovedì 16 novembre 2017

Alla sorgente dopo la secca-choc “Ripensare l’uso dell’acqua”

LA STAMPA

Italia

Ai piedi del Monviso

Alla sorgente dopo la secca-choc

“Ripensare l’uso dell’acqua”

Da una settimana il masso con la scritta «Qui nasce il Po» è nascosto sotto la prima neve. Al pian del Re, la località a 2020 metri ai piedi del Monviso dove si trovano le sorgenti del «Grande fiume», non si arriva più con la macchina: la strada è chiusa alle auto. 

La fonte era in secca da inizio settembre: la foto della sorgente senz’acqua era diventata un simbolo e aveva fatto il giro del mondo: dalla roccia non sgorgava più nulla. Il fiume appena nato correva sotto terra per qualche metro, per poi ritornare in superficie e iniziare il lungo viaggio verso la pianura. Non pioveva da due mesi, e la siccità non poteva non avere conseguenze per chi qui, accanto alle sorgenti del Po, vive e lavora: «I prati sono diventati secchi - spiega Giovanni Dalmasso, un allevatore che da giugno a settembre sale al pian del Re con i suoi 250 bovini - Siamo tornati in pianura in anticipo: alle bestie abbiamo dovuto comprare il foraggio, al doppio del prezzo di prima».

Mario Dotto è segretario della Coldiretti a Saluzzo, la città più vicina alla fonte del Po: «Se questa tendenza climatica sarà confermata - dice - bisognerà ripensare il modello di utilizzo dell’acqua dalle vallate alla pianura, magari costruendo piccoli invasi. Servono anche interventi sulle sponde: quando piove a lungo, il fiume scorre veloce verso valle: se l’alveo è ostruito, passa nei nostri campi». 

Preoccupazioni condivise dagli amministratori della valle Po, territorio che un anno fa, proprio a fine novembre, era stato colpito dalle esondazioni di questo stesso fiume che d’estate è «all’asciutto».

«Dodici mesi fa sono bastati due-tre giorni di pioggia intensa - ricorda Emidio Meirone, sindaco di Sanfront - per avere l’acqua nei campi, due ponti distrutti, case isolate e centinaia di migliaia di euro di danni. La scorsa settimana, se invece di nevicare in quota avesse piovuto, avremmo corso gli stessi rischi, anche se qui abbiamo ricostruito le strade, messo in sicurezza le sponde e dragato l’alveo del fiume».

Subito a valle di Sanfront, c’è il comune di Revello. Il sindaco è Daniele Mattio: «Dopo i giorni critici di fine novembre 2017 - racconta - abbiamo preparato i bandi per far intervenire le ditte sul greto del Po e far scavare la ghiaia. La Regione, però, ha imposto prezzi del materiale troppo alti e nessuno si fa avanti. Sono lavori di manutenzione ordinaria per evitare gli allagamenti, da eseguire in più punti. Lavori importanti, che non siamo riusciti a portare a termine».

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Andrea Garassino


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