ebook di Fulvio Romano

mercoledì 8 novembre 2017

In matematica la bellezza viene prima

LA STAMPA

Cultura

In matematica

la bellezza

viene prima

Si potrebbe descrivere la nostra vita come un insieme di scatole cinesi. Più la scatola è piccola più si ha un’apparenza psicologica di sicurezza insieme con un impoverimento delle possibilità vitali e intellettuali. Il mondo del consumatore digitale, preconizzato da Steve Jobs, è una di queste scatole molte piccole, confortevole e foderata di specchi. Percorrendo la sequenza in direzione crescente aumenta virtualmente l’insicurezza ma anche il raggio della possibile comprensione e dell’esperienza. Se la metafora funziona, si capisce perché valga la pena di leggere un libretto come L’irragionevole efficacia della matematica nelle scienze naturali(Adelphi, pp. 63,  7), tratto da una conferenza tenuta nel 1959 dal fisico Eugene P. Wigner. Un discorso che frantuma gloriosamente le certezze quotidiane e porta il lettore in un mondo incredibilmente complesso e aperto dove la comprensione scientifica della realtà è circondata da un’immane velo d’incertezza. 

Per addentrarsi nel testo non è necessario essere laureato in matematica, si può seguire il ragionamento generale. Per Wigner la complessità del calcolo matematico che fonda le leggi fisiche, le invarianze tra fenomeni in continua mutazione, è tale da creare quasi un mondo per sé, dove la ricerca della bellezza formale spesso precede o oscura le preoccupazioni sull’efficacia della teoria. Ma, sorprendentemente, da quel vortice numerico, sideralmente lontano dalla nostra realtà, si ricavano poi teorie fisiche comprovate dall’osservazione sperimentale. 

Un enigma antico: è il cervello che introduce i numeri nel mondo (insieme al tempo e allo spazio) o i numeri sono autonomi, sono l’essenza della realtà come volevano i pitagorici? Il matematico Paolo Zellini qualche tempo fa ha cercato, tra l’altro, di approfondire la questione in La matematica degli dei e gli algoritmi degli uomini (Adelphi, pp. 258,  14), un libro brillante e profondo dove filosofia e scienza si compenetrano sul filo della storia e aprono molte porte di cui presagiamo l’esistenza, ma che il nostro sguardo non è capace di attraversare. A inventare la matematica, infatti, sono stati gli dei.

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Claudio