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lunedì 13 novembre 2017

Un omaggio alla “Venere nera” sul palco che la accolse da star

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Cuneo

Novara

Un omaggio alla “Venere nera”

sul palco che la accolse da star

Al Faraggiana di Novara lo spettacolo dedicato a Joséphine Baker

Fu una serata memorabile per Novara quella del 6 ottobre 1969, quando sul palco del Teatro Faraggiana salì Joséphine Baker, la cantante e danzatrice statunitense, naturalizzata francese, conosciuta come la «Venere nera», descritta in un articolo di allora de «Il Sabato» ormai come una distinta signora che «non ha perduto né il coraggio, né il fascino e la bella voce che le diedero fama». A quasi 50 anni di distanza la Baker «torna» nel rinato Faraggiana grazie allo spettacolo ideato dalla cantautrice novarese Maria Olivero, in programma domani alle 21 (biglietti: 15 euro). 

Il titolo è «Still my heart beats», lo stesso della canzone che la Olivero ha scritto qualche anno fa, subito dopo l’ «incontro», grazie a un libro, con la Baker. «Il suo cuore batte ancora. L’ho sentito in me quando sono entrata al Teatro Faraggiana per i sopralluoghi - racconta la cantautrice -. Avevo nello zaino il libro “Miele e kerosene” di Luca De Antonis e a ogni passo sentivo crescere una certezza: Joséphine è qui». 

La “ritroveranno” anche quei novaresi che nel ‘69 la ascoltarono dal vivo, come Anna Maria Albani Cardinali, in un concerto da tutto esaurito in cui suonavano anche Chico Buarque de Hollanda e Toquinho. 

Maria Olivero da sempre attenta al tema dei diritti, ha sentito subito una profonda consonanza con la Baker: «Seppe imporsi fino a diventare la prima star di colore e tra le più acclamate vedette di Parigi. Ha lottato con tenacia per la propria e altrui emancipazione, in difesa dei diritti e della giustizia sociale: si è opposta al nazismo, ha partecipato alla marcia su Washington per i diritti dei neri d’America del ’63, unica donna a prendere la parola». Saranno proprio alcuni passi di quel discorso a chiudere lo spettacolo, letti da Paola Gassman e affidati a un video.

Amica di Frida Kahlo, Joséphine Baker fu la musa di maestri come Scott Fitzgerald, Picasso, Simenon, Le Corbusier: «Ma soprattutto è stata una donna che ha scelto l’amore al di sopra di ogni cosa - prosegue Olivero -. Anche nel trafiletto de “Il Sabato”, uscito nel ‘69, si menziona la sua scelta di adottare bambini di tutte le razze del mondo, quella che lei chiamava la sua tribù. Proprio per garantire una casa e un’istruzione ai suoi 12 figli, tornò a cantare coraggiosamente - si era già esibita a Novara nel 1932, ma allora fu al Coccia - senza temere il confronto con ciò che era stata».

Maria Olivero ha incontrato nel 2014 uno dei bambini della tribù di allora: Jean-Claude Baker, che vive a Manhattan e gestisce il locale «Chez Joséphine»: «Gli ho esposto il mio progetto musicale e mi ha detto: “E’ un lavoro di amore”. Il più bel complimento». 

Quel progetto ora ha assunto la struttura di uno spettacolo vero e proprio: in scena, con Maria alla chitarra acustica, pianoforte e voce, ci saranno Lucia Colombo al violoncello, Lorenzo Giorda al theremin, Fulvio Renzi al violino e viola e Vincenzo Zitello all’arpa, oltre ad Alice Salvoldi attrice e storyteller, che legherà i 6 brani composti da Olivero per la parte musicale e da Elena Maro per i testi, raccontando della «Venere nera». 

Tappa a Torino

Valore aggiunto dello spettacolo - che sarà portato a Torino alla Casa teatro ragazzi il 1° dicembre alle 10 per gli studenti e alle 21 per il pubblico - la proiezione di immagini d’epoca e fotografie inedite recuperate dall’archivio familiare degli Olivero, scattate da un parente che fece il viaggio sul piroscafo «Berengario», lo stesso con cui la Baker raggiunse l’ Europa. «Per lei - conclude Olivero - l’arte era lo strumento attraverso cui aiutare gli altri». Anche per questo la cantautrice ha lanciato un anno fa il «Today project» con l’obiettivo di sensibilizzare l’umanità sulla piaga del lavoro minorile che riguarda 168 milioni di bambini nel mondo. Olivero ha composto la canzone «Today say no to child labour» e in collaborazione con l’Ilo, International labour organization, sta coinvolgendo artisti famosi e gente comune per costituire un grande coro virtuale. 

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chiara fabrizi


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